La Struttura

Azienda Agricola

Vigneti Cantina Il Crinale

Dalla Puglia a Lombardia, ma con il cuore nelle Marche per vivere una passione di gamiglia, quella del buon vino. La storia della cantina Il Crinale è una classica storia italiana. Passione, impegno, dedizione, sacrificio, spirito d’iniziativa e coraggio.

Siamo negli anni ‘70 quando Michele Quitadamo si trasferisce a Milano insieme ai fratelli Giuseppe, Francesco e Libero per cercare lavoro dopo la morte del papà.

Diventa un ambulante di frutta e verdura, gira città e comuni limitrofi vendendo i prodotti stagionali: pomodoro, anguria, uva. Ed è proprio attorno all’uva routa questa storia, inizialmente importata dalla sua terra d’origine, Michele la vende a chi desidera farsi da solo il proprio vino in casa.

Con i primi guadagni decide di aprire un negozio con cantina annessa ed inizia a vendere all’ingrosso e al dettaglio. La storia della cantina Il Crinale inizia proprio da qui, 40 anni fa.

Michele, infatti, durante uno dei suoi viaggi di ritorno dalla Puglia si “imbatte” nelle Marche e nei suoi vigneti ed è subito un colpo di fulmine.

Acquista il suo primo terreno a Castorano, nel Piceno, zona ancora lontana dalle grandi ribalte, ed inizia a preparare la strada per una grande avventura. L’uva inizia il suo percorso virtuoso, rafforzando il legame con questa terra, i vigneti si alzano curati e magnifici.

Poi arriva il grande passo, il trasferimento di tutta la famiglia nel 1996. Ora sono i Quitadamo e non il solo Michele a badare alla tenuta.

E’ il prodromo alla nascita dell’azienda agricola e agli importanti passi successivi, tra cui l’acquisto di parte dell’azienda del mitico Costantino Rozzi, proprio dove c’erano la sua cantina, i vigneti e le botti, alcune attualmente ancora. Un passo storico.

Azienda Agricola Il Crinale
Raccolta Uva - Cantina il Crinale Azienda Agricola

Sono comunque anni duri, di lontananza da casa e di sforzi per affermarsi in un “nuovo” settore. Il salto nella produzione di vino in bottiglia arriva nel 2005, nell’occasione speciale del matrimonio di Antonella, figlia di Michele.

I suoi fratelli e il marito ora sono una squadra al servizio dell’enologia di qualità: campagna, vinificazione, cantina e commerciale. Un percorso di virtù a 360° che sfocia appunto nelle prime bottiglie “Il Crinale” e nel certificato biologico “Suolo e Salute” nel 2006: tutte le fasi della produzioni seguono il discorso bio, per scelta.

Un Rosso Piceno Superiore chiamato Quiterano, il Rosso Piceno Cavino e il Falerio Gargiulo. Il marchio, ovviamente, è quello de “Il Crinale di Cavino”.

Un nome che riporta alle origini di una terra magnifica e spettacolare, alla collocazione geografica che la individua all’interno di suggestivi scorci paesaggistici, tra conche e colline: il crinale dei Piceni, appunto. Nella zona in questione, a Castorano, non può mancare l’acqua.

E qui il destino gioca la sua parte, perché la linfa arriva dalla cosiddetta “fonte di Cavino”: il detto che nel dialetto locale la identifica sin dall’antichità è, manco a dirlo,”la fonte de Cavì, dove l’acqua si trasforma in vì“.

E che vino, verrebbe da aggiungere. E’ proprio con una delle punte di diamante della cantina, il Quiterano, che il discorso sulla genesi torna prepotente: Quiterano, infatti, altro non è che l’antico cognome dei Quitadamo, che riporta alle origini spagnole della famiglia.

Tenute il Crinale - Castorano (AP)
Chi siamo - Famiglia Il Crinale

Gli ettari di vigna ora sono una trentina su un totale di cinquanta, che “sfornano” prodotti di alto livello, tra cui va obbligatoriamente menzionato lo Sprigione, un vino originale che arriva per il 70% da Montepulciano e per il restante 30% da Cabernet e Merlot.

Sprigiona, appunto, i suoi profumi in maniera avvolgente, un vino da meditazione che finisce in 1.000 bottiglie numerate l’anno.

I vini sono comunque tutti quelli tipici del territorio. Una garanzia.

Dalla Passerina fino al Pecorino, entrambi anche in versione spumante, fino ai rossi Montepulciano, Rosso Piceno e Rosso Piceno Superiore, Offida Rosso, al Rosato e al blend creato appositamente da “Il Crinale”, vale a dire appunto Sprigione.

Tutti legati indissolubilmente al territorio, alla famiglia, alla passione: da Micaur, che nasce dalla contrazione dei nomi Michele e Aurora, figli e nipoti, fino ai carissimi amici Gargiulo e Lu Ciak, o ai nomi che in dialetto identificano la terra, Li Rene, e che in latino parlavano di Castorano, vale a dire Castrum. E poi Re Nero, gioco di parole col cognome di Armando Neroni, marito di Antonella Quitadamo, o Mizar, stella che si vede ben nitida nella notti d’estate dalla tenuta de “Il Crinale”.

Oltre alle bottiglie, Il Crinale produce anche il vino in pet per la grande distribuzione. Parentesi doverosa. L’azienda è stata tra le prime in Italia a proporre e promuovere il vino in plastica quando ancora la scena era dominata dalle damigiane di vetro.

Armando Neroni - Il Crinale