Dalla Terra

I nostri vitigni

Uve Bianche

Il vitigno
Senza dubbio un vitigno aristocratico, di antica origine francese, nato in Borgogna, nel territorio dell’omonimo comune di Chardonnay. La scienza sembra oggi avere individuato la sua genealogia in un incrocio spontaneo tra Pinot Nero e Gouais Blanc, vigoroso vitigno slavo. Un’unione che pare risalire all’epoca carolingia. Probabilmente è il più famoso vitigno a bacca bianca nel mondo, base dei più grandi spumanti e dello stesso champagne, e sicuramente deve questo primato anche alla sua straordinaria adattabilità. Sia ai diversi climi e terreni, che alle più varie tecniche di vinificazione.

Molto flessibile dunque, lo Chardonnay si adatta splendidamente alla fermentazione in barrique, così come alla maturazione con batonage (periodico rimescolamento delle fecce).

Caratteristiche
Il germoglio è ad apice espanso, di colore verde-giallastro con foglioline apicali spiegate. La foglia è di medie dimensioni ed ha una forma tondeggiante, quasi intera, con colore verde particolarmente cupo. Il grappolo è medio, tronco-conico, evidentemente alato. Gli acini, anch’essi di medie dimensioni sono giallo-dorati con buccia piuttosto consistente e polpa succosa, semplicemente dolce e solo leggermente aromatica.

Coltura, produzione e vendemmia
Vigoroso e ad alta resa produttiva, lo Chardonnay è tuttavia sensibile alle gelate primaverili, a causa del suo germogliamento molto precoce, e ai climi eccessivamente umidi. La coltivazione in terreni calcarei, celebri quelli friulani, veneti e trentini, esalta la sua vocazione verso la spumantizzazione. Entro fine settembre la maturazione delle uve. Il punto di raccolta è particolarmente importante per questo vitigno perché, qualora non perfettamente rispettato, porta ad una rapida perdita della componente acida delle uve.

Il vino
Il vino che ne nasce possiede note fruttate delicate e leggere. Il colore è ricco e i profumi si fanno via via più complessi e importanti con l’invecchiamento. Le uve vengono sia vinificate in purezza che utilizzate in tagli e uvaggi.

Il vitigno
Come altre Malvasie, anche quella Bianca è originaria del Peloponneso. In Italia il suo luogo di provenienza classico è il Chiantigiano, dove ancora oggi è maggiormente coltivato. Anche se alcuni affermano che il vitigno si sia prima di tutto diffuso nel Lazio e in Campania. La sua coltivazione è comunque tipica un po’ di tutta l’Italia centro-meridionale.

Caratteristiche
I germogli sono caratterizzati da un apice espanso e lanugginoso, verde chiaro con sfumature rosa e foglioline apicali piegate. La foglia è grande, tri-pentalobata e di un colore verde intenso. I grappoli sono di grandi dimensioni, lunghi e compatti. Generalmente presentano due ali. Gli acini sono di forma pressoché sferica e medio-piccoli. Il colore è giallo paglierino-verdolino, dorato. La buccia è piuttosto sottile e poco pruinosa. La polpa è molto succosa ed ha un sapore piacevolmente dolce, semplice e leggermente caratterizzato dalla presenza di sentori aromatici.

Coltura, produzione e vendemmia
É una pianta rustica e vigorosa con germogliamento medio-tardivo. Riesce ad adattarsi a qualsiasi tipo di terreno (meglio non troppo fresco) o condizione climatica, anche alla siccità, purché le temperature siano tendenti al caldo. La produttività del vitigno è ottima, abbondante e costante. La piena maturazione viene raggiunta nella prima decade di settembre.

Il vino
Il vino che ne risulta si riconosce dal suo colore giallo paglierino molto carico. E dal profumo, dalla sapidità, dalle sensazioni leggermente amarognole. É vinificato in purezza quasi esclusivamente nelle zone più tipiche della coltura, laddove può veramente dare luogo ad un vino bianco secco armonico ed elegante, di carattere, con aroma di moscato. In uvaggio con altri vitigni contribuisce a dare profumo e rotondità al gusto.

Il vitigno
Una storia antica ma notevolmente documentata a differenza di quella di molti altri vitigni. Il suo nome deriva da “muscum”, muschio, il cui aroma caratteristico e particolare si ritrova in questa uva. Si parla della Grecia come terra d’origine, qui il Moscato era l’Anathelicon Moschaton. Con i Romani le sue uve diventano Apianae, dalla gran quantità di api intorno ai grappoli maturi dal profumo dolce e intenso. Sono comunque i Greci a portarlo in Europa, nelle colonie della Magna Grecia, attraverso la Francia del Sud e precisamente tramite il porto di Marsiglia. Tra le varie mete raggiunte, il Sud Italia e, anche grazie ai commerci dei veneziani con il Mediterraneo, il Piemonte, dove nasce dall’adattamento a questo particolare territorio la più pregiata varietà del Moscato Bianco.
La più apprezzata all’interno dell’ampia famiglia del Moscato. Oggi è coltivato in tutta Italia dalla Valle d’Aosta alla Sardegna, è infatti la quarta uva bianca per superficie vitata sul territorio nazionale.

Caratteristiche
La foglia è di media grandezza, pentagonale, tri-pentalobata con una pronunciata dentatura. Il grappolo è medio e compatto, di forma cilindro-conica e alato. L’acino è di medie dimensioni e sferoidale. Il colore è un bel giallo dorato tendente all’ambra nelle parti più esposte al sole. La polpa è dolce e aromatica.

Coltura, produzione e vendemmia
I terreni prediletti dal Moscato sono marnoso-calcarei, non eccessivamente argillosi. Il clima ideale è asciutto e ventilato. È un vitigno che tollera bene la siccità estiva ed ha una produzione costante di buon livello. Sopporta abbastanza anche i climi rigidi ma la ricchezza di zuccheri nella fase della maturazione (metà settembre) rende le sue uve facile preda di insetti e vespe.

Il vino
Il Moscato Bianco dà origine a vini dolci, freschi e aromatici, dal colore giallo paglierino intenso e carico, e a profumati spumanti. I passiti che se ne ottengono sono di ottima qualità.

Il vitigno
Le sue origini non sono ben definite, ma sembrano ormai tutti concordi nel definirlo autoctono dell’Italia centro orientale. Alcuni caratteri genetici in comune con il Trebbiano Toscano, più produttivo ma meno valido dal punto di vista qualitativo, lasciano presupporre una discendenza della Passerina dall’ampia famiglia dei Trebbiani. Come altri vitigni che fanno parte della stessa famiglia, il nome “Passerina” sembra poter derivare dalle piccole dimensioni degli acini. Nell’Ascolano e nel confinante territorio teramano, è conosciuto anche con il nome di Campolese, Cacciadebito e Pagadebito.
Vitigno di grande tradizione conosce negli ultimi anni un rinnovato interesse e un’importante riscoperta da parte di produttori e intenditori, dopo la forte contrazione che la sua coltivazione aveva subito negli anni Sessanta.

Caratteristiche
Foglia grande e grappolo medio, alato e composto, caratterizzato da un picciolo molto corto. L’acino maturo assume una classica colorazione giallastra.

Coltura, produzione e vendemmia
Marche in primis, e poi Abruzzo, Umbria e Lazio sono le terre d’elezione per la coltura di questo vitigno.

Il vino
Il vino che ne risulta è di un tipico colore giallo paglierino con riflessi verdognoli. Caratterizza il vitigno un alto livello di acidità che lo rende davvero ideale per la spumantizzazione. Lo arricchiscono splendide note di mela verde e floreali, e particolari sentori minerali in bocca. Il Passerina in purezza dà luogo ad un vino intenso, tipico, aromatico e strutturato dal gusto pieno. In uvaggio con altri vitigni, come con il Pecorino, porta ad un decisivo incremento qualitativo della storica DOC picena del Falerio dei Colli Ascolani. Ma la versatilità di questo vitigno non finisce qui. È stato infatti introdotto nell’uvaggio dell’ultima nata tra le DOC picene e marchigiane, l’Offida. Nella sua tipologia, oltre alla versione spumantizzata, anche il Vino Santo e il Passito.

Il vitigno
Parte del patrimonio autoctono piceno e abruzzese, il vitigno Pecorino è un grande ritorno della viticoltura locale, simbolo di una rinnovata passione per le risorse uniche e speciali del territorio e per l’alta qualità (la coltura è stata infatti pressoché abbandonata anni fa a causa delle scarse rese quantitative, in favore di varietà ben più prolifiche). Particolare curiosità suscita il suo nome, legato a quello di uno dei maggiori prodotti caseari di questo territorio, il pecorino. Il perché di questa omonimia può essere ricercato nello stretto rapporto che lega qui pastorizia e agricoltura. La denominazione del vitigno può quindi essere dovuta ai tipici movimenti di transumanza (che iniziavano nella prima metà di settembre, periodo di maturazione delle uve Pecorino che attiravano particolarmente gli animali) di pastori e greggi che caratterizzavano proprio i territori di Marche (meridionali) e Abruzzo in cui il vitigno Pecorino nasce e si diffonde maggiormente.

Caratteristiche
La foglia è media e scarsamente lobata. I grappoli sono allungati, cilindrici e di media grandezza, solo alcune volte alati. Sono composti da acini di medio-piccola dimensione, sferici e con buccia sottile ma piuttosto consistente. Il colore è giallastro, picchiettato di marrone.

Coltura, produzione e vendemmia
È un vitigno di media vigoria, con una produttività di medio livello ma incostante. Preferisce colline piuttosto elevate e dal clima fresco, prossime agli Appennini. Tarda fioritura e maturazione precoce delle uve, entro la prima metà di settembre.

Il vino
Il risultato è un vino di un vivace giallo paglierino con riflessi verdognoli. L’aroma è fruttato e floreale, ma anche leggermente speziato. Insieme al vitigno Passerina concorre alla caratterizzazione di una storica DOC picena e marchigiana, il Falerio dei Colli Ascolani, a cui il Pecorino dona un buon grado alcolico, ottimi profumi, e una certa acidità e struttura. Ma è soprattutto vinificato in purezza che oggi incontra il grande favore degli esperti.

Il vitigno
Origini etrusche, una famiglia numerosa e una grande diffusione in tutto il territorio dell’Italia centrale. Il Trebbiano è infatti il più coltivato con ben 60.000 ettari di terreno. Una straordinaria diffusione che nasce dalle sue caratteristiche di alta e costante produttività, e resistenza alle malattie.

Caratteristiche
Vitigno a bacca bianca, è caratterizzato da una foglia medio-grande, pentagonale e pentalobata. Anche il grappolo è grande, di forma piramidale allungata, e alato. L’acino è di media dimensione e di forma tondeggiante abbastanza regolare, con buccia mediamente spessa e di colore giallo chiaro, trasparente, piuttosto ricca di pruina. La polpa è particolarmente succosa.

Coltura, produzione e vendemmia
La pianta ha un’ottima vigoria e si adatta ai più vari terreni e condizioni climatiche. Tollera bene sia gelate che siccità estiva anche se quest’ultima può portare ad una riduzione qualitativa e quantitativa del prodotto. La produzione è abbondante e costante, e la maturazione delle uve avviene entro la seconda decade di ottobre.

Il vino
Dal punto di vista organolettico, il vino da Trebbiano in purezza non si presenta con caratteristiche di alto livello qualitativo. Degno di nota però il vino da Trebbiano d’Abruzzo in purezza, ricco, intenso e longevo. Le uve da Trebbiano si prestano infatti molto meglio ad arricchire i più vari uvaggi, rientrando in Italia in ben 80 DOC, addirittura parte dell’uvaggio di alcuni vini rossi toscani, tra i quali il Chianti. È infatti un vino profumato e gradevole ma dalla personalità non particolarmente spiccata.

Uve Nere

Il vitigno
L’origine è francese, precisamente bordolese. Si parla quindi di un vitigno di grande tradizione, sinonimo di vino di ottima qualità e longevità. Sembra che sia arrivato in Italia i primi anni dell’Ottocento, giungendo innanzitutto in Piemonte. C’è chi afferma però che questo vitigno sia stato introdotto in Italia addirittura al tempo degli antichi Romani. Sembra infatti identificarsi con la “Biturica” tanto decantata da Plinio. In Francia rappresenta il vitigno di maggior prestigio. In Italia, molto utilizzato nelle Tre Venezie, sta conoscendo negli anni una sempre maggiore diffusione, soppiantando il prima più fortunato Cabernet Franc, sempre di origine bordolese. Rispetto a quest’ultimo ha infatti una minor produttività ma possiede in compenso un sentore erbaceo molto più delicato. In Italia (questo vitigno si presta infatti ad essere coltivato in quasi tutte le regioni), come accade per altri vitigni internazionali, il Cabernet Sauvignon viene spesso scelto per il taglio dei vitigni autoctoni, ma viene anche vinificato in purezza.

Caratteristiche
Il germoglio, ad apice espanso, è lanugginoso, di colore giallo-verde-biancastro con sfumature che tendono al rosa. La foglia è di medie dimensioni, di forma pentalobata e dentellata. Il grappolo è medio-piccolo e piuttosto compatto, con un’ala evidente. L’acino, quasi rotondo e di dimensioni medie, ha una buccia molto scura, di colore blu-nero con sfumature tendenti al viola, ricca di pruina e molto resistente. La polpa è carnosa e ha un sapore leggermente erbaceo.

Coltura, produzione e vendemmia
Vitigno di buona vigoria che si adatta ai più diversi contesti climatici, prediligendo però i climi temperati, asciutti e ventilati. Riesce a mantenere la propria identità pur esprimendo allo stesso tempo le caratteristiche del terroir. Preferisce i terreni di collina, sassosi o argillosi, e non quelli molto fertili e umidi. La produttività è media e costante. La vendemmia avviene solitamente intorno alla prima metà di ottobre.

Il vino
Ne nasce un vino intenso nel colore, rosso rubino tendente al violaceo, e nei profumi, ricco di tannini e sensazioni aromatiche. Un vino di grande struttura che si può sottoporre con successo a lunghi processi di invecchiamento. Macerazioni e affinamento in barrique che permettono a questo vino di esprimere tutta la complessità del suo bouquet aromatico.

Il vitigno
Lo caratterizzano origini incerte, fatto legato alla confusione spesso avvenuta con il Sangiovese. Oggi sappiamo che i due vitigni non hanno sicuramente nulla in comune. E sempre oggi è il momento di particolare ribalta di un vitigno che si è reso protagonista tra i rossi italiani di maggiore qualità, grazie ad un paziente e accurato lavoro di rivalorizzazione da parte di produttori ed enologi. Il suo territorio d’elezione è l’Abruzzo (qui introdotto molto probabilmente dalla Toscana), insieme ad altre zone della costa adriatica e in generale ad altre regioni dell’Italia centro-meridionale. È detto infatti Montepulciano d’Abruzzo, ma anche Uva abruzzese, o ancora Morellone, Primaticcio, Cordisco.

Caratteristiche
La foglia è media e pentalobata. Il grappolo è anch’esso di medie dimensioni. Ha forma di cono o di cilindro-cono, con una o due ali, piuttosto compatto. L’acino è medio, di forma sub-ovale, con buccia spessa e consistente, ricca di pruina e di colore nero tendente al violaceo. La polpa è succosa e appena rosata.

Coltura, produzione e vendemmia
È un vitigno mediamente vigoroso, a germogliazione tardiva e con una buona produttività. I terreni prediletti sono quelli a medio impasto, argilloso-calcarei, con una buona esposizione, e collocati in un contesto climatico prevalentemente caldo e asciutto.

Il vino
Uno splendido rosso rubino intenso. Profumo vinoso, estremamente riconoscibile ed apprezzato. Il sapore è asciutto, corposo, tannico, fruttato e vellutato.

Il vitigno
Una storia antica lo caratterizza. Pare fosse noto già agli Etruschi, ma notizie storiche certe si hanno solo a partire dal Seicento. La grande tradizione colturale italiana, che inizia dalla Toscana (nonostante il nome sembri derivare dal Monte Giove, nei pressi di Sant’Angelo di Romagna), lo rende certamente il vitigno a bacca rossa più diffuso a livello nazionale (oltre il 10% delle superfici vitate a uva da vino) e anche quello che dà origine alla maggiore quantità di vino. Ampia la tipologia che lo caratterizza e che può essere suddivisa in due macrocategorie. Il Sangiovese Grosso, il più pregiato e coltivato in quantità limitata, quasi esclusivamente nel territorio di Montalcino, laddove prende il celebre nome di Brunello, e nella zona di Montepulciano dove diventa il Prugnolo Gentile. E poi il Sangiovese Piccolo, più diffuso ma con personalità nettamente diverse a seconda del territorio, dalla Toscana all’Umbria, all’Emilia Romagna, grande orgoglio locale, fino alle Marche.

Caratteristiche
La foglia è media e allungata, trilobata e pentalobata, caratterizzata da una colorazione verde chiaro. Il grappolo è medio, compatto, cilindro-piramidale e alato. Anche gli acini sono di media dimensione e di una tipica forma ellissoidale, con buccia consistente e ricca di pruina, e colore nero-violaceo. La polpa è caratterizzata da un piacevole contrasto dolce-acidulo ed è leggermente rosata.

Coltura, produzione e vendemmia
Ottima la produttività. È un vitigno di grande vigore con tralci robusti. Molto adattabile, preferisce tuttavia terreni non fertili e climi asciutti, con tendenza al caldo.

Il vino
Il vino che ne deriva è di un bel colore rosso rubino. Il profumo è particolarmente vinoso ma anche ricco di sfumature delicate che possono a volte ricordare la viola. Il sapore è armonico, asciutto e con retrogusto piacevolmente tendente all’amarognolo.

Il vitigno
Francese di nascita, proveniente dalla Gironde, nella Francia di sud-ovest, e con un nome dalla curiosa origine. Sembra infatti che il nome “Merlot” gli derivi dal suo colore intenso che ricorda quello delle piume del merlo, o più probabilmente sia legato alla preferenza che il merlo ha per questa particolare uva.

Caratteristiche
La pianta è caratterizzata da una foglia media, pentagonale, tri-pentalobata. Il grappolo, di forma piramidale, è di medie dimensioni ed ha una o due ali, e peduncolo legnoso. L’acino è medio e rotondo, con colorazione blu-nero-violaceo e con una buccia molto pruinosa e mediamente consistente. La polpa è dolce e succosa.

Coltura, produzione e vendemmia
I terreni che preferisce sono collinari, freschi, caratterizzati da una buona umidità durante la stagione estiva. Il Merlot soffre infatti particolarmente la siccità. È una pianta dotata di media vigoria, con produzione abbondante e costante. Maturazione e raccolta a inizio settembre.

Il vino
Nella vinificazione il Merlot fa coppia fissa con il Cabernet Sauvignon. È un connubio irresistibile in cui il Merlot riversa i suoi profumi fruttati pieni e intensi, reso più longevo e aristocratico dall’apporto del Cabernet Sauvignon. In Italia, oltre alle consuete zone di coltivazione, in Veneto, Trentino e Friuli, il Merlot dà risultati sorprendenti in molte altre regioni, anche vinificato in purezza. Il colore è rosso rubino e il sapore presenta note leggermente erbacee. Aromatico, alcolico e con bassa acidità.

Vitigni Tenute Il Crinale